Difetti visivi
Le anomalie di rifrazione rappresentano un insieme di difetti del sistema ottico oculare che influenzano la visione nitida, riducendo la capacità visiva.
In condizioni normali, i raggi luminosi provenienti dagli oggetti presenti nell’ambiente esterno formano un’immagine distinta convergendo a livello di un punto focale adeguatamente posizionato sulla retina, ossia l’organo sensibile dell’occhio.
Quando questa condizione ideale non viene rispettata le immagini percepite appaiono sfocate in quanto, per svariati motivi, il fuoco si posiziona in un punto del sistema ottico che non coincide con la retina.
Per correggere questo tipo di problema ci si può avvalere di occhiali da vista, lenti a contatto o della chirurgia rifrattiva corneale (con tecniche laser) o intraoculare (che prevedono l’impianto di lenti posizionate all’interno del bulbo oculare).
Vizi di rifrazione: scopriamoli nel dettaglio
È un difetto visivo in cui il fuoco immagine si posiziona in un punto localizzato anteriormente alla retina.
Questo perché per una serie di svariate ragioni (bulbo oculare più lungo del normale, aumentata curvatura della cornea o del cristallino, anomalie dell’indice di rifrazione delle componenti ottiche oculari o anomala posizione del cristallino all’interno dell’occhio) il sistema ottico oculare presenta un’eccessiva capacità di convergere i raggi luminosi..
Le persone affette da miopia hanno difficoltà a percepire in maniera nitida oggetti lontani, mentre solitamente non hanno problemi nella visione di oggetti vicini e nella lettura.
La miopia insorge solitamente durante l’infanzia e l’adolescenza, con tendenza alla progressione che si arresta intorno ai 23-25 anni di età.
Esistono tuttavia forme di miopia patologica caratterizzate da un considerevole difetto visivo associato a progressione continua e aumentato rischio di degenerazioni retiniche che possono portare allo sviluppo di maculopatie o di distacco di retina.
A seconda dell’entità del difetto possiamo avere una miopia lieve (fino a -3 diottrie), moderata (tra le -3 e le -6 diottrie) o grave (in caso di un difetto che supera -6 diottrie).
È un difetto visivo in cui il fuoco immagine si posiziona in un punto localizzato posteriormente alla retina.
Questo perché per diversi motivi (bulbo oculare più corto del normale, ridotta curvatura della cornea o del cristallino, anomalie dell’indice di rifrazione delle componenti ottiche oculari, anomala posizione del cristallino all’interno dell’occhio) il sistema ottico oculare presenta una ridotta capacità di convergere i raggi luminosi.
Un occhio affetto da ipermetropia, per compensare il conseguente sfocamento dell’immagine percepita, contrae costantemente la muscolatura interna deputata al processo di messa a fuoco, detto “accomodazione”. Questo permette di riposizionare il fuoco sulla retina.
Lo sforzo accomodativo che ne deriva risulta così eccessivo, soprattutto in caso di visione di oggetti vicini (come durante l’utilizzo di computer o smartphone) o durante la lettura e lo studio, condizioni in cui il processo di messa a fuoco viene maggiormente stimolato.
Quindi un soggetto ipermetrope solitamente non si lamenta di “vedere male” e non ha una ridotta capacità visiva. Tuttavia, a seconda dell’entità del difetto ottico e del conseguente sforzo accomodativo, può sperimentare fastidiosi disturbi legati all’affaticamento visivo come mal di testa, stanchezza, arrossamento o fastidio oculare, tensione o annebbiamenti visivi, specie a fine giornata.
La correzione di questo difetto con occhiali o altri mezzi risolutivi previene l’affaticamento eccessivo, con riduzione dei disturbi associati.
È un particolare difetto di rifrazione caratterizzato da una variazione del potere diottrico oculare su differenti meridiani, a causa di un’anomala curvatura di cornea e/o cristallino. Questa condizione porta a percepire l’immagine di oggetti puntiformi come una linea, con conseguente visione indefinita a qualsiasi distanza.
I soggetti astigmatici, a seconda dell’entità del difetto, possono essere asintomatici o presentare una ridotta capacità visiva con possibili sintomi da affaticamento oculare. Inoltre l’astigmatismo può associarsi in molti casi ad altri vizi di rifrazione come la miopia e l’ipermetropia.
Per evitare problemi di adattamento, se si rendesse necessario l’utilizzo di occhiali, si consiglia di usarli in età precoce e per quante più ore possibile durante giornata.
L’astigmatismo tende solitamente a modificarsi lentamente durante la vita. Tuttavia, in caso di particolari patologie corneali come il cheratocono si possono verificare variazioni frequenti, associate ad un astigmatismo di grado elevato, non sempre correggibile con gli occhiali.
Per presbiopia si intende la progressiva perdita della capacità di mettere a fuoco gli oggetti posti a distanza ravvicinata (30-40 cm dall’occhio), con conseguenti difficoltà nella lettura o nell’utilizzo di dispositivi elettronici come smartphone e computer. Si rende pertanto necessario l’utilizzo di lenti correttive dedicate al compimento di tutte le attività che vengono svolte da vicino.
Questo fenomeno, tipico dell’età matura o senile, solitamente insorge intorno ai 40-45 anni di età e tende a peggiorare progressivamente fino a raggiungere l’apice intorno ai 60 anni di età.
Quando con l’avanzare dell’età soggetti miopi, ipermetropi o astigmatici diventano presbiti, i soli occhiali da lontano non saranno sufficienti per ottenere una visione nitida da vicino. In questo caso sarà necessario un ulteriore paio di occhiali o optare per l’uso di lenti particolari che racchiudono in un’unica soluzione la correzione del difetto per lontano e per vicino, come le lenti multifocali e progressive.
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